Gli scacchi di Lewis

Articolo sinteticamente tratto da De Rerum Historia N° 11 - Aprile 2011


Il ritrovamento
Il settimo sigillo Gli scacchi di Lewis sono il set di scacchi più famoso del mondo, riprodotto in molte occasioni e rappresentato anche in diversi film. Con pezzi come questi giocano Antonius Block e la Morte nel “Settimo Sigillo” di Ingmar Bergman, così come Harry Potter e Ron Weasley in “Harry Potter e la pietra filosofale.” Come tutti gli oggetti antichi e affascinanti, anche questi scacchi hanno una storia del tutto particolare e sono da anni oggetto di attento studio scientifico.
Furono ritrovati sull’isola di Lewis, la più grande tra quelle che compongono l’arcipelago delle Ebridi, a nord-ovest della Scozia: il tesoro era composto dai 92 pezzi ora conosciuti più la fibbia di una borsa, molti pezzi sono realizzati in pregiato avorio di tricheco, 5 in denti di balena. Grazie ai rilievi effettuati, si è scoperto che su alcuni pezzi sono presenti delle tracce di pigmento rosso, utilizzato per differenziare le pedine dei due avversari, al posto del colore nero che oggi viene impiegato. Si suppone che siano stati realizzati da almeno 5 artigiani, se non addirittura da botteghe differenti, comunque in epoche leggermente diverse. Attualmente sono conservati per la maggior parte al British Museum di Londra e solo 11 pezzi al National Museum di Edimburgo.
Del tesoro fanno parte 14 pedine, che potrebbero essere state utilizzate per altri giochi, e 78 pezzi degli scacchi, per la precisione: 8 re, 8 regine, 16 vescovi,15 cavalieri, 12 "torri", 19 pedoni.
Le figure degli scacchi di Lewis
Le pedine sono semplici dischetti di avorio di dimensioni abbastanza grandi mentre i pedoni sono blocchetti di avorio scolpiti a semplici forme astratte e ricordano dei piccoli cippi.
I re sono rappresentati seduti su troni riccamente decorati e tutti tengono in grembo una spada. Alcuni sono senza barba e con il mento rientrante, altri con il volto più allungato e coperto da barba e baffi. Le regine sono raffigurate in un atteggiamento riflessivo e meditativo, con il mento appoggiato alla propria mano destra e la sinistra che sorregge il gomito; due di esse tengono nella sinistra corni potori, come se si apprestassero a bere in perfetto stile vichingo. I cavalieri sono rappresentati con lance e scudi, dotati di decorazioni proto-araldiche, in groppa a destrieri.
Particolarmente interessanti sono le “torri”, rappresentate come guerrieri: alcuni di essi si presentano come normali combattenti medievali, armati di spada e scudo e dotati di elmi di diverse forme, alcuni invece sembrano rappresentare i “berserker” della tradizione scandinava, feroci guerrieri che prima della battaglia venivano colti da un furore ispirato da Odino rendendoli insensibili al dolore. Sono qui colti nell’atto di mordere il bordo dello scudo, ma mancano altri attributi comunemente associati a queste figure, come la nudità o comunque l’assenza di cotte di maglia.
Tra i pezzi più significativi e interessanti ci sono sicuramente i vescovi: sono raffigurati in posizioni diverse, alcuni mentre impartiscono un gesto di benedizione con la mano, altri con un libro o semplicemente mentre con entrambe le mani reggono il pastorale. e indossano una mitra vescovile che permette di datare al 1150-1200 il set.

Il Duomo della città di Trondheim

L'origine: Norvegia o Islanda? La teoria più accreditata è quella che sostiene l’origine scandinava degli scacchi. È importante ricordare che le isole Ebridi nel XII secolo erano sotto il dominio norvegese, per questo si suppone che la città di produzione del set sia Trondheim. Si trova sulla costa norvegese e già allora occupava un ruolo di primo piano per quanto riguarda gli scambi commerciali con le isole britanniche e con il resto d’Europa; sembra verosimile inoltre che vi fossero artigiani capaci di creare oggetti tanto pregiati.
In più vi sono alcuni reperti ritrovati in Norvegia che sembrano confermare questa tesi: una figurina femminile della chiesa si S.Olav a Trondheim ricorda molto le regine di Lewis e un’altra statuetta di un re degli scacchi in dente di balena, chiamato “Re di Hitra”, dal nome della località in cui è stato trovato, presso lo sbocco del fiordo di Trondheim che ha atteggiamento e dimensioni sono simili ai re di Lewis e anche la datazione sembra rimandare al XII secolo.

La ricca decorazione dei troni
Chi ha proposto di attribuire un’origine islandese agli scacchi di Lewis è un parlamentare islandese appassionato di scacchi, G. G. Thórarinsson, che basa la sua teoria principalmente sulla presenza del vescovo come pezzo degli scacchi. Afferma che quel pezzo, che corrisponde indicativamente all’alfiere odierno, era chiamato “vescovo” solo in antico islandese e in inglese, ma solo a partire dal 1450, mentre in norvegese e in altre lingue germaniche era definito “runner”, con un significato simile a corridore o messaggero, quindi rappresentato come tale. Inoltre i sostenitori di questa tesi evidenziano che la figura dei guerrieri berserker in quel periodo era diffusa in Islanda, mentre in Norvegia le attestazioni, ad esempio nei poemi, sono scarse. Per di più, l’avorio di tricheco veniva importato dalla Groenlandia, con la quale gli islandesi avevano fitti commerci.

Chi li possedeva e cosa ci si giocava? Dal momento che l’Isola di Lewis era sottoposta alla dominazione norvegese, sappiamo che erano presenti dei centri in cui risiedevano re locali o comunque funzionari norvegesi che intrattenevano tra loro fitti scambi, composti anche da omaggi di vario tipo: vesti, pelli e anche giochi da tavolo come gli scacchi o il hnefatafl.
Si può supporre quindi che il lavoro sia stato commissionato a una bottega di Trondheim da un vescovo o da un altro personaggio di alto rango dell'isola.
Per quanto concerne l'uso, basandosi sul numero dei pezzi principali, l’ipotesi più accreditata è che da questi pezzi si possano ricavare almeno 4 diversi set: così mancherebbero solo 1 cavaliere, 4 torri-guardie e 44 pedoni, forse dispersi, forse non raccolti perchè non pregiati come le figure umane. La presenza delle pedine di forma circolare e dei pedoni di forma geometrica lascia supporre che questi pezzi potessero essere utilizzati per giocare anche a hnefatafl.

Nonostante gli studi sempre più approfonditi, i misteri sugli scacchi dell’isola di Lewis sono ancora molti e forse resteranno per sempre tali, custoditi in silenzio dai valorosi re, dalle riflessive regine e dai vescovi benedicenti…